Il nuovo romanzo la clownesse dell’Anno del Cane di Patrizia Barbuiani verrà presentato da Petruska Editions il 1° aprile 2021. Pubblichiamo qui, in anteprima, a puntate settimanali, i primi dieci capitoli. Il libro può essere acquistato da subito. Verrà inviato per posta il giorno della pubblicazione.



Dal romanzo la clownesse dell’Anno del Cane



3

       
    Margherita Rosa Viola assomigliava come una goccia d’acqua a Ottavio. Non tanto nel fisico quanto nello spirito. I suoi balocchi preferiti erano un secchiello e della terra. La sua smania di immergervi le mani, di rotolarvisi si acuì al punto che non riuscendo a resistere al richiamo delle zolle nere e odorose un giorno le assaggiò.
La consistenza e il gusto la stregarono. Sentì una forza vitale sprigionarsi dai granelli umidi e terrosi e degustò con piacere la piccola quantità stringendola fra la lingua e il palato e risucchiandone la linfa. All’inizio si limitava in segreto a pulirsi i polpastrelli delle dita. Ben presto però, verso i due anni, la brama di ingoiarne s’impadronì di lei e quando si accorsero di questa sua mania venne ricoverata d’urgenza per dolori lancinanti che i medici avevano scambiato per un attacco di appendicite. Le fu proibito qualsiasi contatto con la terra che potesse indurla a questa strana tentazione e cercarono dei surrogati per alleviarle il distacco da quella materia primaria. Così Ottavio la rifornì di ghiaia, sassi, mattoni e via via che il tempo passava Margherita Rosa Viola dimenticava la terra e la consistenza dei nuovi balocchi l’allontanava dal pericolo.
A sei anni era ormai guarita. Il mondo circostante acuiva la sua sete di conoscenza e la terra era un elemento naturale che aveva perso il suo potere di seduzione.

    A otto anni conobbe l’argilla. E fu il colpo di fulmine.

    Durante una visita a conoscenti vide per la prima volta un atelier di ceramica. Rimase con il naso incollato alla grande vetrata, finché le fu permesso di curiosare all’interno di quella sala enorme e piena di oggetti. Le vennero spiegate in modo sommario la lavorazione, la cottura, la decorazione, la lucidatura della ceramica. La bambina chiese il permesso di provare a modellare un oggetto.
Le sensazioni di ebbrezza, di gioia, di beatitudine che provò sarebbero riaffiorate ogni qualvolta avrebbe poggiato le mani sulla materia fredda, malleabile, liscia, permettendo all’umidità di penetrarla.



   

    Una sensazione che divenne una necessità.

    Iniziò un periodo felice della sua vita in cui prendevano corpo forme bizzarre, oggetti curiosi, suppellettili che riempivano la casa e di cui Iris non riusciva a sbarazzarsi. La bambina occupava ogni istante libero della sua giornata china a plasmare la materia, raggiungendo una padronanza e una sicurezza tali nel modellarla che i suoi genitori rimanevano esterrefatti nel seguire quelle piccole mani esperte e veloci. Più cresceva, più abbandonava certe forme semplici e si ostinava a voler realizzare qualcosa d’impalpabile ed etereo come un volo d’uccello, un pensiero, un sentimento. Si arrovellava, si arrabbiava, s’impuntava finché una mattina improvvisamente si schiuse quel mondo senza limiti che a lungo aveva cercato. Capì il concetto di forma astratta. Ebbra davanti a questa scoperta sconvolgente non riuscì a difendersi dalla sua forza schiacciante e la trovarono gemente nel suo studiolo che si era cosparsa interamente il corpo d’argilla ormai in via di solidificazione. Non riuscendo a plasmare la sua idea nell’argilla aveva plasmato l’argilla attorno alla sua idea, vi era penetrata tutta per fermare quell’istante magico e irripetibile di scoperta della Verità, che non poteva fissare perché la Verità non è di questo tempo né di questo spazio.

    Margherita Rosa Viola, a nove anni, impresse quell’attimo nel profondo di sé stessa. Dovette abbandonare il trastullo con l’argilla che l’aveva ferita e sconvolta ancor più della terra e per due mesi venne spedita al mare, perché forse l’acqua l’avrebbe guarita da quella sindrome. Ma anziché una spiaggia di sabbia finissima i suoi scelsero le scogliere più impervie per dare tempo alla piccola di dimenticare qualsiasi materia friabile che avesse attinenza con la terra.
E la sua pelle divenne di terracotta, i capelli folti come le alghe, mentre gli occhi grigi riflettevano il mare nelle giornate rannuvolate. Cercava conchiglie tutto il giorno, giocava con i granchi e guardava per ore la distesa d’acqua melodiosa che s’infrangeva sui suoi minuscoli piedi.
Iris e Ottavio la circondavano con il loro affetto consci che la sua mania fosse naturale e dovuta al fatto di essere stata concepita in una serra fra piante, fiori e terra. Ottavio trasformava il giardinetto della loro casa di vacanza in una meravigliosa tavolozza di colori cangianti, Iris raccoglieva gli oggetti più impensati e Margherita Rosa Viola sorrideva malinconica ai tramonti sentendo il suo cuore palpitare a distanza per la persona che un giorno l’avrebbe resa felice.


(segue: quarto capitolo, dal 21 febbraio 2021)


© Patrizia Barbuiani / PRO LITTERIS / Associazione artistica PETRUSKA



Edizione a tiratura limitata.
Tutti gli esemplari della prima edizione saranno firmati dall’autrice.

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47 capitoli, 296 pagine, illustrazioni e inserti manuali.

Pubblicazione il 1 aprile 2021.




Patrizia Barbuiani | CH-6900 Lugano | patrizia_at_barbuiani.com | +41794485387